
Gel di semi di psillio: proprietà e preparazione
Psyllio o Psyllium è il nome utilizzato comunemente per indicare diversi membri del genere Plantago, di cui fanno parte più di 200 specie. Le due specie P. ovata e P. psyllium, che presentano diverse proprietà farmaceutiche, cosmetiche e alimentari, sono coltivate stagionalmente in diverse zone dell’America, dell’Africa, dell’Asia meridionale e dell’Europa. Le piante di psillio crescono fino a 45 cm di altezza e sono ricoperte da una peluria bianca. Le foglie sono basali, strette, lineari e verdi. I fiori sono biancastri e disposti in spighette. I semi sono piccoli, di un colore che va dal grigio rosato al marrone con una superficie dorsale convessa e una superficie ventrale concava con una profonda scanalatura che corre longitudinalmente lungo il centro (foto copertina).
La copertura cartacea esterna del seme è chiamata cuticola o buccia ed è inodore e insapore. Quando i semi vengono immersi nell’acqua, la mucillagine contenuta nella buccia si gonfia. Il coefficiente di rigonfiamento di 1 g di semi di psillio secco è di 15,25 ml e il contenuto di mucillagine è di 198 mg.
I semi che ho utilizzato per realizzare le foto e il gel mi sono stati omaggiati da ArmoniaBio Store e potete acquistarli qui.
Proprietà
Lo psillio è utilizzato da secoli come integratore di fibre alimentari per promuovere la regolazione della funzione intestinale, risultando utile sia nei casi di stitichezza che di diarrea. È anche utilizzato per normalizzare i livelli di colesterolo nel sangue, ha proprietà prebiotiche e rinforza il sistema immunitario.
Nei semi sono stati identificati molti elementi tra cui proteine, lipidi, steroli, triterpeni e l’aucubina. I semi sono rivestiti dalla cuticola che a contatto con l’acqua si rigonfia rilasciando le mucillagini, dei polisaccaridi eterogenei che rappresentano la parte della pianta che più ci interessa. Infatti, le mucillagini diventano gelatinose in acqua e formano un gel che è molto idratante ed emolliente su capelli e pelle.
Come si prepara
Il gel può essere preparato sia a caldo che a freddo.
Nel metodo a caldo si procede facendo bollire un cucchiaio di semi (circa 10 g) in 200 ml di acqua per 15 minuti a fiamma medio-bassa, girando ogni tanto. Si spegne quando l’acqua non è completamente gelificata, questo è un passaggio importante perché il gel raffreddandosi si addensa molto e risulta difficile da separare dai semi. Se i vostro gel si è addensato troppo aggiungete mezzo bicchiere di acqua, rimescolate energicamente e rimettete sul fuoco per due minuti. Quando il gel si è raffreddato si può separare dai semi e vi consiglio di utilizzare una calza per questa operazione. Non dovete far altro che inserire gel e semi nella calza e strizzare finché non esce tutto il gel, meglio usare due calze sottili una sull’altra per evitare la fuoriuscita di semi nel caso in cui se ne dovesse rompere una. Vi sconsiglio il colino perché se le maglie sono troppo larghe passeranno anche i semi, se sono troppo strette non riuscirete a separare il gel dai semi. A questo punto i semi possono essere utilizzati nuovamente per l’estrazione di altro gel.
Nel metodo a freddo si usano le stesse dosi ma si lasciano i semi nell’acqua, preferibilmente almeno un paio di ore anche se l’ideale è lasciarli dalle 6 alle 10 ore (foto 2).

FOTO 2
A quel punto si filtrano i semi e si estrae il gel allo stesso modo del metodo a caldo. In questo caso otterrete un gel che è meno denso del metodo a caldo (foto 3) e che è un’ottima base per la preparazione delle erbe tintorie e ayurvediche (mi raccomando, riscaldatelo per idratare le erbe, deve essere caldo ma non deve scottare se toccato). Se, invece, volete ottenere un gel denso a freddo, raddoppiate le dosi mettendo 2 cucchiai (circa 20 g) di semi in 200 ml di acqua. Potete riutilizzare i semi per estrarre il gel di nuovo oppure potete congelarli.

FOTO 3
Il gel si conserva in freezer per mesi, vi consiglio di prepararne una quantità grande tutta insieme andando ad aumentare in proporzione le dosi di semi ed acqua e di congelare poi il gel all’interno dello stampino per i cubetti di ghiaccio, in modo tale da poter scongelare velocemente la quantità che serve di volta in volta.
Come si usa
Il gel di semi di psillio può essere utilizzato nei seguenti modi:
- impacco idratante da fare preferibilmente post shampoo lasciandolo in posa coperto con pellicola o cuffia di plastica per una o due ore. Questo gel lascia i capelli morbidi e vaporosi
- componente idratante in impacchi tintori oppure impacchi a base di erbe ayurvediche
- gel per lo styling dei capelli ricci-mossi per ottenere definizione e idratazione e per quelli lisci per renderli morbidi e lucidi o nel caso in cui si voglia provare una piega mossa senza calore ed ottenere un risultato duraturo (ad esempio metodo della cintura, della fascia, bigodini flessibili)
- leave in idratante
- maschera viso da solo (posa 15-20 minuti su pelle pulita) o come componente idratante delle maschere per il viso a base di erbe o argille
Recensione sul prodotto
Ci tengo a scrivere due righe per darvi un parere personale sui semi di psillio di ArmoniaBio Herbs che ho utilizzato in questo articolo. I semi sono contenuti in una confezione che ha una comoda chiusura ermetica che consente di conservare il prodotto correttamente e una finestra trasparente che lascia intravedere i semi (foto 4).

FOTO 4
Il gel che si ottiene si estrae facilmente con la calza e resta abbastanza compatto, non si separa in una fase liquida e una più densa e mucosa. È inodore e incolore e si applica facilmente sui capelli senza scivolare eccessivamente. I capelli risultano molto morbidi, lucidi e setosi dopo l’applicazione e ve lo consiglio sia come idratante da solo che inserito in altre ricette.
Curiosità
Lo psillio era conosciuto nella storia ben prima della nascita di Cristo e, secondo quanto riferito, era utilizzato per diversi scopi medicinali. Nel 250 a.C. i Cinesi conoscevano sia la pianta che i semi, mentre nei poemi anglosassoni veniva definito la “madre delle erbe” per via delle proprietà medicinali. I semi venivano utilizzati in Europa sin dal XVI secolo per curare l’intestino. I primi coloni inglesi portarono la pianta di psillio in Nord America poiché rappresentava uno dei loro rimedi curativi preferito e da allora fu ribattezzata come “il piede dell’uomo bianco” dai nativi americani, poiché si trovata spesso lungo sentieri ben battuti. Gli indigeni cominciarono ad utilizzare questa pianta per lenire i dolori reumatici, come impacco per curare le ferite di battaglia e come lavaggio degli occhi. L’uso dello psillio è stato riscontrato anche nella prescrizione di farmaci ayurvedici (indù) e unani (islamici) più di mille anni fa per il trattamento dei problemi del tratto digerente.
Fonti
– Masood, R., & Miraftab, M. (2010). Psyllium: Current and Future Applications. Medical and Healthcare Textiles, 244–253. doi:10.1533/9780857090348.244
– Dhar, M. K., Kaul, S., Sareen, S., & Koul, A. K. (2005). Plantago ovata: genetic diversity, cultivation, utilization and chemistry. Plant Genetic Resources: Characterization and Utilization, 3(02), 252–263. doi:10.1079/pgr200582
– Madgulkar, A. R., Rao, M. R. P., & Warrier, D. (2015). Characterization of Psyllium (Plantago ovata) Polysaccharide and Its Uses. Polysaccharides, 871–890. doi:10.1007/978-3-319-16298-0_49