
Tingere i capelli con il Red Kamala
Il Mallotus philippensis è un arbusto perenne che cresce oltre i 1500 metri, appartenente alla famiglia delle Euforbidaceae che cresce nelle regioni tropicali e subtropicali, comunemente chiamato Kamala, Kampillaka e Kapila, e localmente conosciuto come Shendri.
I frutti maturano da luglio ad agosto formando una specie di peluria ghiandolare di colore marrone-rossastro che viene raccolta strofinando il frutto. La polvere ricavata è opaca, sottile di colore rosso e galleggia in acqua.
In Ayurveda la pianta è usata nel trattamento di bronchiti, come contraccettivo orale, e per promuovere la guarigione delle ferite.
Il genere Mallotus presenta caratteristiche davvero notevoli da un punto di vista fitochimico, tutte le parti della pianta sono infatti utilizzate a scopi curativi nella medicina ayurvedica.
Tra i composti fitochimici più rilevanti annoveriamo; fenoli, diterpenoidi, steroidi, flavonoidi, cardenolidi, triterpenoidi, cumarina, isocumarine. Ciò conferisce alla pianta particolari proprietà antiossidanti, antibatteriche, antifungine, antinfiammatorie, antiradicaliche.
Tingere i capelli con il Red Kamala
Il passaggio dalla vecchia formulazione rosso fluo che come abbiamo visto conteneva una piccola parte di colorante azoico (e talco) che conferiva quel particolare colore alla polvere, rendendola molto tintoria sui capelli tanto da far virare velocemente verso toni freddi e ciliegiosi, alla nuova, totalmente diversa per aspetto e consistenza, ma soprattutto per le proprietà tintorie, è stato traumatico per chi (compresa la sottoscritta) amava la vecchia kamala.
Devo ammettere che la vecchia kamala non somigliava nemmeno lontanamente non solo a quella attualmente venduta, ma anche a quella descritta nei vari paper scientifici che ho consultato prima di scrivere questo articolo. Le differenze sono abissali: la vecchia kamala era una polvere finissima, impalpabile, si mescolava immediatamente con l’acqua e se riscaldata formava un gel simile al gel di amido di mais, sicuramente grazie alla presenza del talco; la kamala nuova è leggermente più grossolana, in acqua fredda, tiepida e calda resta a galla mentre risulta solubile parzialmente in acqua bollente e molto solubile in alcool, non gelifica assolutamente se portata a bollore.
Secondo gli articoli scientifici consultati sprigiona colore se mescolata con acqua ad alte temperature (91-93°C), al di sotto di queste temperature effettivamente tinge poco e stenta a mescolarsi formando una poltiglia poco gradevole sia nell’aspetto che nella consistenza. Necessita di ambiente neutro per rilasciare al meglio il suo pigmento (Ph 7).
Ma la sorpresa delle sorprese è stato il colore dato dalla kamala su lana vergine: giallo/arancio, non rosso. La kamala, vi assicuro, di rosso non ha nulla, almeno quella attualmente commerciata da Erbe di Janas e da Yogi: le sue proprietà coloranti le deve alla Rottlerina, un pigmento per l’appunto giallo/arancio (talvolta rosso chiaro/arancio) dalle incredibili proprietà farmacologiche, questa molecola è attualmente studiata per le proprietà antitumorali.
In basso nella prima foto abbiamo la vecchia Red Kamala rosso fluo, nella seconda la nuova, in particolare quella commerciata da Erbe di Janas che vi consiglio di preferire a quella Yogi, sia perché più fine e spalmabile sia per il potere tintorio; avendo provato entrambe posso affermare con sicurezza che quella Janas è senza ombra di dubbio superiore; nella terza foto abbiamo invece della lana tinta con la nuova Kamala. Per ottenere quel risultato così intenso ho preparato la polvere con acqua a 90°C e un pizzico di bicarbonato, ho lasciato la lana immersa nella pappetta per circa tre ore e poi sciacquata.
Preparazioni diverse non hanno dato risultati, o hanno dato un colore molto più sbiadito
Articolo in collaborazione con Angela Snurr