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L’ibisco, o karkadè: un riflessante naturale. Esperimenti e ricette

L’hibiscus sabdariffa è una specie di ibisco originaria dell’Africa occidentale, ma ormai diffusa e coltivata in tutto il mondo, specialmente nel continente africano, in Asia ed in America centrale. I calici dei suoi fiori vengono fatti essiccare e ridotti in una polvere dai molteplici usi cosmetici. Con i fiori essiccati, inoltre, è possibile ottenere tramite infusione una bevanda nota come carcadè (o karkadè).

PROPRIETÀ TINTORIE ED ESPERIMENTI: INTERAZIONI DELL’IBISCO CON LIMONE, ALLUME DI POTASSIO E BICARBONATO

La polvere di ibisco è nota soprattutto per la sua capacità tintoria che, per la verità, è piuttosto blanda. Le sue roselle contengono un pigmento appartenente alla famiglia delle antocianine, presenti in molti vegetali e che donano a frutta, fiori e foglie colorazioni che vanno dal rosso, al viola, al blu. L’ibisco, come molte altre piante tintorie non è adatto ad essere utilizzato da solo per la colorazione dei capelli, perché tingerebbe poco e sbiadirebbe presto: va infatti sempre mescolato con la lawsonia. È in grado di donare riflessi sui toni del rosa freddo e, per questo, oltre ad essere non di rado un componente delle miscele biondo cenere (in minima quantità, naturalmente, insieme ad indigo sempre a basse percentuali e altre erbe ayurvediche o tintorie), è una delle polveri preferite da chi ambisce appunto ad un rosso freddo.  Tuttavia, l’ibisco è acido e sappiamo sia che gli acidi tendono a riscaldare il colore, sia che non vanno d’accordo con il bicarbonato, spesso aggiunto all’henné per raffreddarlo. Come fare, dunque?

Se si vuole usare l’ibisco per raffreddare il rosso dato dalla lawsonia e mantenerlo sui toni del rosa freddo, conviene usare la polvere.

Se non abbiamo voglia di sperimentare e ci accontentiamo del riflesso rosa freddo, ci basti sapere che è meglio non far venire in contatto la polvere di ibisco con il bicarbonato, poiché quest’ultimo altera notevolmente il colore che viene rilasciato: possiamo quindi mescolare la lawsonia ed eventuali altre polveri, come la robbia, con il bicarbonato e soltanto poi aggiungere l’ibisco, oppure usare solo lawsonia ed ibisco senza bicarbonato. Qualora preferissimo usare l’infuso, dovremmo tenere a mente che, pur essendo acido come la polvere, ha una capacità tintoria inferiore: in pose brevi potrà dunque essere utilizzato anche da chi predilige i toni caldi; in pose lunghe, nonostante l’acidità riuscirà comunque a raffreddare un pochino il colore.

Tuttavia, c’è la possibilità di mescolare con attenzione l’ibisco ad altre sostanze, quali il bicarbonato appunto, in modo da arrivare a trarne una colorazione viola scuro o blu. Chi ha voglia di sperimentare continui con la lettura…

Che succede quindi se ibisco e bicarbonato vengono in contatto? E se invece si acidifica ulteriormente l’ibisco?

Curiose come siamo, non potevamo non sperimentare! Ecco qui di seguito le prove che la nostra moderatrice Elisabetta ha svolto sia sull’infuso che sulla polvere di ibisco, utilizzando, oltre alla semplice acqua, il succo di limone che è acido, l’allume di potassio che, pur essendo un sale, dà una soluzione acida, il sale da cucina che è neutro ed il bicarbonato che è basico.

Il primo esperimento ha riguardato l’infuso di ibisco. Come possiamo chiaramente vedere dalla foto qui a sinistra, acidificarlo ulteriormente con limone o allume che sia oppure mescolarlo con il sale non ha particolari effetti sul colore, se non forse quello di renderlo un poco più brillante.

Con il bicarbonato, invece, tutta un’altra storia: aggiungendolo all’infuso, si è verificata la tipica reazione di effervescenza che avviene quando si uniscono acidi e basi, testimoniata dalla schiumetta ancora presente nel momento in cui è stata scattata la foto. Una reazione notevole, come si intuisce dalle condizioni della carta assorbente. Anche se il cambiamento che più ci interessa è sicuramente quello cromatico: il liquido è diventato di un marrone verdastro, il che ci porta a sconsigliare fortemente l’aggiunta di bicarbonato all’infuso di ibisco (senza contare che l’odore è decisamente sgradevole).

Riguardo alla polvere, il discorso è simile: con limone, sale od allume di potassio essa mantiene il suo caratteristico colore:

Mescolando invece la polvere con acqua e bicarbonato, il colore muta decisamente: dal rosa/rosso freddo, con dosi crescenti di bicarbonato, è possibile farlo virare al viola e poi al blu, fino ad arrivare ad un nero dai riflessi verdastri. Per chi aspirasse dunque a riflessi nettamente violacei o bluastri e non al semplice rosso freddo, è consigliabile preparare singolarmente la polvere di ibisco, aggiungendo a piccole dosi il bicarbonato in modo da poterlo dosare, mantenendo sotto controllo la variazione del colore. Poi, naturalmente, il composto ottenuto dovrà essere unito alla lawsonia, perché come sappiamo, applicato da solo, non riuscirebbe a fissarsi bene sui capelli.

ALTREPROPRIETÀ ED USI

L’ibisco è largamente usato in fitoterapia per le sue proprietà antibatteriche e antiossidanti, grazie alla presenza di acidi fenolici.

Sui capelli, la polvere d’ibisco è anche utile come fortificante e stimolante della crescita, senza contare che aiuta a prevenire la forfora.
Sulla pelle del viso, l’ibisco è particolarmente apprezzato per il suo effetto antiossidante ed antietà, dovuto al contenuto di acidi della frutta che stimolano la rigenerazione cellulare; inoltre, aiuta a mantenere la pelle idratata ed è particolarmente adatto a pelli sensibili ed irritate.

DOVE SI COMPRA?

I fiori secchi per infuso si possono reperire facilmente al supermercato; la polvere si può acquistare nelle bioprofumerie oppure online, di marchi quali Aroma-Zone, Erbe di Janas e Phitofilos.

COMMENTS
  • Jezira

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    Se trito i fiori essiccati può andar bene ugualmente per utilizzare la polvere per le proprietà tintorie come descritto nell’articolo?? Grazie!

    Novembre 11, 2018
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Passione Henné