
L’ossidazione: facciamo chiarezza
Quello dell’ossidazione è uno dei punti che creano maggiori dubbi e difficoltà in merito alla preparazione dell’henné, nonché una delle questioni più controverse; cercheremo di trattarla nel modo più chiaro e semplice possibile, senza la pretesa di dare una risposta definitiva ma con la volontà di ragionarci sopra e capire cosa possa fare al caso nostro.
OSSIDAZIONE…?
Iniziamo precisando che cosa significa: quando si parla di henné, si utilizza più o meno impropriamente il termine “ossidazione” per designare quel periodo di tempo durante il quale la polvere, dopo essere stata mescolata con l’acqua, viene lasciata riposare nella ciotola, prima di essere applicata sui capelli.
SE NON OSSIDA NON TINGE? NIENTE DI PIÙ FALSO! IL RUOLO CRUCIALE DI TEMPO, TEMPERATURA ED UMIDITÀ
Semplicemente, l’henné non è una tinta chimica immediatamente pronta all’uso. La nostra preziosa polvere, come sappiamo, è costituita nient’altro che da foglie finemente sminuzzate e tinge perché in tali foglie è contenuta una molecola colorante che si chiama lawsone e che andrà a legarsi la cheratina dei nostri capelli. Tale molecola ha bisogno di determinate condizioni per essere rilasciata, fra le quali soprattutto il tempo, ragion per cui da anni si usa ripetere come un mantra che l’henné andrebbe preparato con acqua, una sostanza acida come aceto o succo di limone (su questo punto ritorneremo più avanti) e lasciato riposare per svariate ore, fino a raggiungere il picco di rilascio di colore.
Quel che spesso si manca di considerare quando si dice che “l’henné deve essere fatto ossidare altrimenti non tinge” è l’altro fattore che incide pesantemente sul rilascio della molecola colorante: la temperatura. Più alta la temperatura, più veloce il rilascio: il che significa che preparando l’henné con acqua calda (non bollente, non vogliamo cuocerlo né bruciarlo), esso sarà in grado di macchiare già entro pochi minuti, raggiungendo il picco di rilascio di colore in tempo più breve che se preparato con acqua tiepida o addirittura fredda. Non possiamo stabilire una tempistica valida per ogni henné, dato che anche questo aspetto varia come variano i fattori che incidono sulla sua capacità tintoria, quindi dobbiamo imparare a conoscere le varie marche a disposizione ed affidarci all’esperienza, altrui e poi nostra.
Un’eccellente indicazione è data dalla tabella di HennaPage che troviamo qui sotto. Essa riguarda la preparazione dell’henné con succo di limone e pone in rapporto la temperatura dell’acqua (da 0 a 40 °C) con il fattore tempo, evidenziando graficamente le varie situazioni:
- nell’area grigio-verde, il colorante non è ancora stato rilasciato, sta iniziando ad esserlo e quindi l’henné tinge poco;
- l’area rossa comprende i picchi di rilascio del colore, i momenti in cui l’henné tinge al massimo delle sue possibilità;
- nell’area giallina si mostra quello che accade dopo il picco: il potere tintorio va scemando.L’ideale è applicare l’henné quando esso sta per raggiungere il picco di rilascio tintorio, cosicché possa dare il meglio direttamente sui nostri capelli.
- MA, IN PRATICA, LO DEVO FAR OSSIDARE O NO?
- La risposta è: dipende. Dipende dalla preparazione. Come abbiamo appena visto, se mescoliamo la polvere con acqua calda, il rilascio del colore inizierà quasi subito, quindi la pasta andrà applicata entro breve tempo, non si dovranno aspettare tante ore perché così facendo si andrebbe ad utilizzarla quando ha già dato il meglio di sé nella ciotola; se invece la mescoliamo con acqua tiepida o magari fredda occorrerà aspettare anche molte ore, più bassa è la temperatura più lunga è l’attesa.
- Perché mai dovrei usare acqua non molto calda ed attendere tutte quelle ore, allora? Magari per prepararlo la sera ed averlo già pronto da applicare la mattina. O, meglio ancora, per il gusto di sperimentare! Infatti, ricordiamoci che secondo l’esperienza di alcune ragazze la temperatura dell’acqua incide sulla tonalità del colore rilasciato: preparandolo con acqua fredda, il colore finale risulterebbe più freddo.Non dimentichiamoci di coprire l’henné, sia quando riposa nella ciotola ma soprattutto quando riposa sulle nostre teste: se si secca non tinge. L’umidità è un altro dei fattori cruciali di cui sopra.
- SENZA ACIDI NON TINGE? UN’ALTRA ERRONEA CREDENZA DA SFATARE…
Un’ultima questione: una delle cose che si leggono spesso come obbligatorie “altrimenti non tinge” riguarda l’aggiunta di sostanze acide alla miscela di polvere di henné ed acqua. Questo perché pare che il rilascio della molecola colorante sia favorito da un ambiente leggermente acido: non è chiaro se sia effettivamente così, perché secondo altri studi anzi sarebbe preferibile un ambiente leggermente basico, ma quel che è certo è che “favorito” non significa che omettendo la sostanza acida l’henné non tinga. Anzi, molte persone evitano di proposito succo di limone, aceto et similia perché il rilascio del colore avviene lo stesso e perché essi influiscono sul risultato finale, donando un rosso più caldo e poi tendente a scurirsi verso il ramato scuro, il mattone, sempre nei toni caldi.
- LE ALTRE PIANTE ED ERBE VANNO FATTE OSSIDARE?
La risposta in questo caso è molto meno articolata: assolutamente no. In generale si fanno riposare per non più di una decina di minuti, non oltre perché non perdano le loro proprietà, tintorie o meno che siano.
Linzy
Le altre guide ti dicono un sacco di stronzate e per arrivare al nocciolo della questione fanno duemila rigiri di discorsi !! Questa no è stata breve esplicativa e con le risposte pulite sulla preparazione e applicazione che volevo grazie!