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Shikakai, la pianta ayurvedica dalle propirietà lavanti e condizionanti

Lo shikakai è una delle più note piante ayurvediche ed è utilizzato in India per la cura dei capelli ormai da secoli. Si tratta di una varietà di acacia diffusa in Asia ed in particolare nel subcontinente indiano. Il suo nome scientifico, con il quale la identifichiamo nella lista degli ingredienti, è acacia concinna, mentre “shikakai” significa letteralmente “frutto per i capelli” (sigai=ciocche + kaay=frutto).

La polvere che comunemente troviamo in commercio è ottenuta dai baccelli, dalle foglie e dalla corteccia della pianta, che vengono fatti essiccare e poi polverizzati. Talvolta vengono impiegati i soli baccelli e frutti.

Proprietà

Dato il suo alto contenuto di saponine, la funzione principale dello shikakai è lavante. A questo proposito, bisogna ricordare che naturale non significa innocuo: infatti, le saponine sono altamente ittiotossiche, cioè tossiche per gli organismi acquatici. Si tratta comunque di un lavaggio delicato, non aggressivo per i capelli e adatto anche a chi ha la cute sensibile.
Inoltre, questa erbetta ha un discreto potere condizionante e, nella tradizione ayurvedica, è utilizzata anche per tenere sotto controllo la forfora, oltre che per rafforzare i capelli e promuoverne la crescita.

L’uso continuativo dello shikakai ha un effetto scurente, che si nota soprattutto sui capelli più chiari, anche castani ed hennati.

Come si usa?

La cosa più importante da sapere già prima di aprire la confezione di shikakai è… non respirarlo! In generale si dovrebbe sempre evitare di inalare le polveri (cosa che può risultare difficile perché sono molto fini e volatili), ma con lo shikakai l’avvertenza è d’obbligo dato che fa mancare un po’ il respiro e tossire ripetutamente. Ma se riusciamo a sopravviverle, questa erbetta non ci deluderà!

Vediamo allora come possiamo usare lo shikakai…

  • Da solo, per un impacco lavante e condizionante: ciò significa che esso può sostituire totalmente lo shampoo. Si mescolano due o tre cucchiai di polvere con acqua calda sufficiente ad ottenere un composto cremoso, non troppo liquido in modo che non coli durante la posa, né troppo asciutto affinché sia ben spalmabile. Si fa riposare l’impasto per una decina di minuti al massimo e si procede all’applicazione, naturalmente su capelli sporchi.
    Come con lo shampoo, è sufficiente applicarlo sulla cute e massaggiare, ma se si desidera se ne può preparare di più ed utilizzarlo anche sulle lunghezze, che oltre a venire deterse risulteranno comunque più brillanti e setose. Si può continuare a massaggiare per qualche minuto, oppure raccogliere i capelli e tenere in posa, o restando nell’ambiente caldo ed umido del bagno, magari facendoci la doccia, o coprendo con la pellicola. L’importante è che non secchi. Già in una decina di minuti si può ottenere un buon lavaggio, ma sarebbe preferibile tenerlo in posa per una mezz’ora.
    Lo shikakai è in grado anche di rimuovere impacchi oleosi, specialmente se si tratta di oli leggeri come quello di cocco: è tipico in India usarlo sui capelli trattati in questo modo. Con oli più pesanti o burri, invece, il lavaggio non riesce altrettanto bene.
    Per via del suo potere condizionante, non è indispensabile utilizzare il balsamo dopo aver sciacquato l’impacco. Soprattutto le prime volte si consiglia sempre di non farlo, al fine di capire bene qual è il risultato ottenuto e regolarsi per le volte successive. Il risciacquo acido invece è sempre opportuno.
  • Con altre erbe lavanti, per un impacco principalmente lavante: oltre allo shikakai, anche l’aritha ed il sidr contengono saponine e sono quindi capaci di detergere i capelli. Le varie erbe lavanti possono essere combinate fra di loro a seconda delle necessità e delle preferenze.
  • Con l’uovo, per un impacco lavante, rinforzante e nutriente: anche l’uovo può essere utilizzato per lavare i capelli, si tratta del cosiddetto “shampuovo”; in particolare, è il tuorlo a lavare per via della lecitina, che si lega al grasso dei capelli e lo porta via in fase di risciacquo. Inoltre, l’uovo è ristrutturante e nutriente. Una ricetta che personalmente mi piace molto consiste appunto nel mescolare la polvere di shikakai con uno o due uova, acqua calda quanto basta e, volendo, un pochino di aceto. La posa consigliata è sempre sulla mezz’ora, il balsamo successivamente di solito non serve, ma è opportuno fare il risciacquo acido. Essendovi l’uovo, vale la solita raccomandazione di sciacquare con acqua più fredda possibile, perché non “cuocia” sui capelli e perché non resti l’odore.

In miscele con altre piante ed erbe: e qui ci possiamo sbizzarrire. Lo shikakai può essere unito a qualsiasi altra erbetta o pianta, anche tintoria, in miscele dalle molteplici proprietà, da elaborare a seconda delle nostre esigenze. Naturalmente, essendo lo shikakai una piccola parte del tutto, il potere lavante nel complesso sarà basso. Trattandosi di un vero e proprio impacco, converrà farlo a capelli puliti (o poco sporchi, se ci mettiamo una discreta percentuale di erbette lavanti) e tenerlo in posa più a lungo, magari un paio d’ore. Per la preparazione, i consigli sono quelli che valgono in generale per le erbe ayurvediche, li trovate qui.


Dove si compra?

Si può trovare nei negozi etnici indiani e pakistani, di solito del marchio Hesh, che è venduto anche su molti siti italiani e stranieri, come Zenstore, Spices of India o Asian Cookshop. Nelle bioprofumerie fisiche od online è reperibile, per esempio della marca Erbe di Janas oppure Khadì. Altrimenti, c’è sempre il fornitissimo sito francese Aroma-Zone.

di Clara

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