
Tono caldo VS Tono freddo – come tingere i capelli con l’henne
I toni caldi sono quelli aranciati e ramati, i toni freddi quelli tendenti al ciliegia e al viola. Come preparare l’henné per farlo virare verso il risultato che desideriamo?
Le indicazioni che troverete qui di seguito sono frutto di anni di sperimentazione personale e confronto con altre utenti del gruppo: cercheremo di fare un’analisi il più completa possibile di tutto ciò che si può fare ed aggiungere per influire sul tono dell’henné, ma non dimentichiamoci che moltissimo dipende dal colore di base e che mai come in questo caso è importante aver pazienza e voglia di sperimentare.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Quale henné scegliere?
Tendenzialmente, gli henné nordafricani danno toni più caldi, quelli asiatici più freddi. Un ottimo punto di partenza è dunque preferire ad esempio un henné marocchino se si desidera un colore ramato, oppure uno indiano o pakistano se si desidera il ciliegia.
Ossidazione e tempo di posa
La questione è complicata e sicuramente gioverà la lettura dell’articolo sull’ossidazione, per capire nel dettaglio come funziona e poter decidere consapevolmente cosa fare. In sintesi, il rilascio del colore dipende dalla temperatura: se si prepara con acqua calda l’henné tingerà prestissimo, se si prepara con acqua fredda si dovranno attendere anche molte ore prima che lo faccia appieno. Più tempo l’henné resterà in posa, più colore verrà rilasciato; più colore verrà rilasciato, più il risultato finale sarà intenso, ma non necessariamente freddo!
IL TONO CALDO
Il colore di base. Per ottenere un rosso irlandese, è necessario avere i capelli bianchi, biondi o rossi di natura. Altrimenti, si potrà ottenere un rame più scuro, un color mattone, un castano ramato. Su capelli castano scuro, si possono avere riflessi ramati.
La provenienza dell’henné. È opportuno scegliere un henné di provenienza nordafricana, come il Tazarine che è considerato il rosso caldo per eccellenza. Tuttavia, anche usando un henné noto per essere freddo si potrà ottenere un color rame soddisfacente, soprattutto tenendolo poco in posa (e quindi non permettendogli di tingere troppo) e preparandolo come si conviene per i toni caldi.
Ossidazione e tempo di posa. Si consiglia di preparare l’henné con acqua calda e di metterlo subito in posa, tenendolo per due o tre ore. Con il Tazarine, che è particolarmente veloce a tingere, sarà sufficiente anche una sola ora per avere un colore deciso su basi non troppo scure. Quindi, in linea di massima: no ossidazione e pose brevi.
Sostanze acide? Sì! Si ritiene che in ambiente leggermente acido l’henné tinga di più; se sia effettivamente così non lo sappiamo con certezza, ma quel che è sicuro (secondo esperienza quasi unanime) è che le sostanze acide fanno virare il colore verso i toni caldi. In particolare, l’uso continuativo di succo di limone rende il colore più scuro, ma sempre caldo, sul mattone. Non si deve tuttavia mescolare la polvere solo con aceto o succo di limone, perché un’acidità troppo elevata darebbe prurito alla cute e seccherebbe i capelli, in genere sarà sufficiente il succo di mezzo limone o in alternativa un cucchiaio di aceto.
Non solo limone ed aceto… Sono acidi anche alcuni infusi, come quello di karkadé/ibisco (sono la stessa cosa!), e lo stesso ibisco in polvere che si usa per ottenere i toni freddi: essendo un po’ acido può nel complesso riscaldare il tono dell’henné, dipende dalla quantità che se ne usa nel complesso, conviene sperimentare e vedere che risultato dà sui propri capelli. Anche l’amla è acida e, pur non avendo un vero e proprio potere tintorio, tende a spegnere la vivacità del colore ottenuto con l’henné. Un altro ingrediente che si può aggiungere all’henné per ottenere un tono più caldo è la polvere di sandalo.
Il problema della stratificazione. Vediamo come mantenere il tono caldo tanto desiderato! Ebbene, il problema è che fare l’henné ripetutamente ha una conseguenza: hennata dopo hennata, il colore si intensifica e scurisce. Ciò non significa che diventi freddo, perché se si usano henné che danno tipicamente toni caldi si rimarrà sempre sul caldo, ma si potrebbe arrivare ad un punto in cui il colore diventa visibile solo sotto alla luce diretta del sole, ragion per cui se si vuole mantenere un tono caldo e ramato che sia anche chiaro e vistoso (quindi che non viri verso il mattone/castano scuro ramato) è opportuno, una volta raggiunto il risultato desiderato, continuare ad hennare diluendo il potere tintorio della lawsonia con altri ingredienti. Questi possono essere polveri non tintorie, come la cassia o le erbe indiane, oppure polveri che compongono i mix biondi caldi ed esaltano i toni dorati: la curcuma (poca, di suo tinge di giallo fluo, quasi verdino), la camomilla, lo zenzero, il rabarbaro, lo zafferano, la cannella. Anche la robbia dona un colore rosso caldo. Se preferiamo i castani caldi, possiamo aggiungere senz’altro il mallo di noce e non troppo katam. Un altro buon metodo consiste nel ritoccare spesso solo la ricrescita e distanziare invece gli impacchi tintori sulle lunghezze quanto più è possibile, questo metodo in particolare è utile per le basi che tendono al cenere, le uniche che hanno la tendenza a raffreddare velocemente il tono anche usando henné dal tono caldo.
IL TONO FREDDO
Il colore di base. Senza dubbio basi chiare permettono di ottenere anche toni freddi molto accesi e vistosi, ma meravigliosi risultati si possono raggiungere anche su basi più scure e addirittura nere. È indispensabile premettere che difficilmente un tono freddo ed intenso si ottiene ai primi tentativi, bisogna perseverare per almeno tre o quattro hennate.
La provenienza dell’henné. Conviene orientarsi un henné indiano o pakistano, come i famosissimi Zarqa, Rashmi, MDH e Jamila. In questo caso la scelta è quasi obbligata, con un henné noto per dare toni caldi come potrebbe essere il Tazarine sarà pressoché impossibile ottenere risultati soddisfacenti.
Ossidazione e tempo di posa. Riguardo all’ossidazione, ci sono varie scuole di pensiero che conviene riferire per completezza. C’è chi si trova bene non facendolo assolutamente ossidare, ma preparandolo con acqua calda e mettendolo subito sui capelli, per far sì che rilasci la tinta direttamente in testa; c’è chi ritiene al contrario che preparandolo con acqua fredda e lasciandolo quindi ossidare molto a lungo, anche 12-24 ore, si possano ottenere toni ancora più freddi. Un’altra strategia per aumentare il rilascio del colore e farlo virare verso i toni freddi è quella del congelamento: esso stressa l’henné, perché l’acqua che aumenta di volume ne rompe la struttura e più molecola colorante viene rilasciata. Quindi, come al solito… parola d’ordine: sperimentare!
Il tono freddo in ogni caso presuppone che l’henné possa tingere molto. Per farlo, sono assolutamente preferibili pose lunghe: quattro o cinque ore possono essere sufficienti, ma soprattutto le prime volte e di tanto in tanto sarebbe l’ideale tenerlo sui capelli più a lungo, magari in notturna per evitare il fastidio durante il giorno.
Sostanze acide? No, sono nemiche del tono freddo!
Altri ingredienti. Il solo henné potrebbe non soddisfarci. Che fare? Vi sono tanti altri ingredienti che ci possono aiutare nel nostro intento.
Abbiamo già menzionato l‘ibisco, che è acido e per questo potrebbe favorire i toni caldi, ma comunque tinge blandamente sul rosa freddo e, se usato continuativamente di certo si fa notare; è importante non mescolarlo direttamente con il bicarbonato, ma non è un problema se viene aggiunto alla fine ad una miscela che già ne contiene.
La robbia, se preparata con il bicarbonato, vira al freddo. Può essere utile anche aggiungere del katam, anch’esso preparato con un pizzico di bicarbonato, se desideriamo ottenere un mogano o un castano con riflessi violacei e freddi.
L’indigo può venirci in soccorso, ma deve essere usato in piccole quantità, insieme alla lawsonia: magari in rapporto 70% a 30% per un paio di volte e poi anche solo 90% a 10%, per evitare che scurisca troppo verso un castano scuro od il nero senza riflessi.
Inoltre, contribuiscono ad ottenere toni freddi anche l’alcanna
Per mescolare le polveri, oltre all’acqua possono essere utilizzati infusi e decotti, come ad esempio di frutti rossi o di barbabietola (che si trova anche in polvere), purché non siano troppo acidi: se possibile val la pena di misurarne il pH, altrimenti in ogni caso aggiungendo del bicarbonato si può rimediare. C’è chi ha riscontrato effetti soddisfacenti aggiungendo alla miscela del vino rosso, da riscaldare per far evaporare l’alcol.
Infine, alcune ragazze utilizzano con soddisfazione anche le argille nelle loro ricette per i toni freddi, essendo sostanze basiche; in particolare quella rossa, contenendo ossido di ferro, rafforza ed aiuta a fissare il colore.
La stratificazione. In questo caso la stratificazione ci è amica: come già osservato, soprattutto se si è chiare si può sperare in un tono freddo a partire almeno dalla terza o quarta hennata, perché il colore ha bisogno di intensificarsi, hennata dopo hennata. Poi, se si desidera mantenere un colore più vistoso sarà sempre il caso di diluire un poco il potere tintorio dell’henné con qualcosa di non tintorio, come la cassia e le varie erbe ayurvediche.
Johna463
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Francesca
Ciao! Grazie per i consigli, ho una domanda: cosa succede se, una volta fatto l’henne con toni freddi (ho acquistato zarqa) volessi ripassare alle tonalità calde? Grazie ?
Nancy
Se volessi ottenere un rosso borgogna, cosa posso aggiungere?